Corrispondenza
Claudel, Camille
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Nel mondo corrotto della scultura, Rodin, lei, forse pochi altri, avevate imposto l'autenticit, e questo non si dimentica. Si conserva un ricordo ancora colmo di meraviglia del suo marmo dell'Implorante (fuso da me in bronzo per il Salon del 1904), da taluni considerato il manifesto della scultura moderna. Lei era finalmente se stessa, totalmente libera dall'influenza di Rodin, grande sia per l'ispirazione che per il mestiere. La bozza della prima tiratura arricchita della sua firma uno dei pezzi principali della mia galleria. Non posso mai guardarla senza un'emozione indicibile. Mi sembra di rivederla, Camille. Quelle labbra socchiuse, quelle narici palpitanti, quella luce negli occhi, tutto ci proclama a gran voce la vita in tutto quel che ha di pi misterioso. Con lei si lasciava il mondo delle false apparenze per raggiunger quello del pensiero. Che genio! Il termine non eccessivo. Come ha potuto privarci di tanta bellezza? Un giorno in cui Rodin era venuto a farmi visita, l'ho visto improvvisamente impietrirsi davanti a quel ritratto, contemplarlo, accarezzare dolcemente il metallo e piangere. S, piangere. Come un bambino. Sono passati quindici anni da quando morto. In realt non ha amato che lei, Camille, oggi posso dirglielo. Tutto il resto quelle avventure pietose, quella ridicola vita mondana, lui che, in fondo, restava un uomo del popolo era lo sfogo di una natura eccessiva. Oh! so bene, Camille, che lui l'ha abbandonata, non cerco di giustificarlo. Lei ha troppo sofferto per causa sua. Ma non rinnego nulla di quel che ho appena scritto. Il tempo far giustizia di tutto. (Lettera di Eugne Blot a Camille Claudel, 3.9.1932)
Corrispondenzadi Claudel, Camille - 2020-12-01
Edizioni Abscondita
ISBN 9788884168573

